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Virtus, serata no: attacco senza bussola, Treviso passa a Roma

25 Novembre 2019

La Virtus getta al vento una importante occasione per far decollare la sua classifica e sventola bandiera bianca contro la De Longhi Treviso. I ragazzi di coach Menetti conquistano la prima vittoria in trasferta e mettono in mostra una intensità e una organizzazione di gioco davvero invidiabili per una neopromossa. Roma ha dovuto fare i conti con una situazione psico-fisica deficitaria visti i problemi di Jerome Dyson che non si è allenato nemmeno questa settimana, l’assenza del lungodegente Roberto Rullo e uno stato febbrile alquanto debilitante di Tommaso Baldasso.

In queste condizioni di emergenza coach Piero Bucchi ha cercato di aumentare il minutaggio di Mike Moore ma il ragazzo ha risposto con zero punti e nessun tiro dal campo in poco meno di dieci minuti. L’esterno ha fornito una prestazione ordinata in difesa ma come il resto dei compagni ha rapidamente perso la bussola sul fronte offensivo: l’attacco dei capitolini è andato a strappi, ha risentito degli acciacchi di Jerome Dyson (3/13 dal campo e 6 palloni persi) e della pessima serata al tiro, frutto probabilmente di una precaria condizione fisica generalizzata.

I veneti conquistano il palazzetto grazie alla visione di gioco di Ali Nikolic, il play è uno dei motivi principali del 50% registrato dall’arco dai compagni di squadra e del saldo perfetto tra palloni persi e recuperati. La cabina di regia e l’impatto di David Logan hanno inciso profondamente nell’economia della partita e valorizzato la batteria di tiratori di Menetti. La pessima serata della Virtus è confermata invece dai 19 palloni persi ed evidenzia la necessità di maggiori alternative in fase di costruzione del gioco rispetto a quanto visto fino ad oggi. Questa sconfitta non pesa particolarmente sulla lotta salvezza considerando le nuove battute di arresto di Pesaro di Pistoia che restano a distanza di sicurezza ma è un campanello di allarme per il resto del campionato. Roma deve capitalizzare meglio la presenza di Davon Jefferson (23 punti con 9/14 dal campo) sotto le plance e costruire spaziature più convincenti per le conclusioni dal perimetro che ormai non rappresentano più una novità per gli avversari. In ombra anche Amar Alibegovic che ha sofferto la grande concentrazione di uomini nel pitturato ed è rimasto stretto nella morsa dei lunghi trevigiani, in grande spolvero Tomas Kyzlink che sta diventando una delle risorse più affidabili. Il calendario prevede una insidiosa trasferta a Varese domenica prossima, un appuntamento che potrebbe fornire ai capitolini una occasione di pronto riscatto. Il bollettino medico potrebbe risultare decisivo ed è sicuramente la variabile più importante dell’incontro: Jerome Dyson va recuperato quanto prima e appare sempre più evidente la necessità di ingaggiare almeno un altro giocatore di rotazione.

La partita
In avvio (2-9) i valori tecnici e fisici sono immediatamente evidenti e fotografano al meglio le difficoltà della squadra locale che non riesce a dirigere la palla in post a uno spiritato Jefferson. I ragazzi di Bucchi vanno avanti con una serie di forzature mentre gli ospiti si affidano a un impeccabile circolazione del pallone, Alviti e Uglietti hanno buon gioco contro la difesa capitolina e il primo quarto si chiude con un malinconico 13-25. La Virtus va a referto solo con Dyson e Jefferson (11 punti) mentre il resto della squadra mette assieme uno 0/11 che scava il primo differenziale. Treviso tira con cifre vicino al 50%, i virtussini si fermano al 25%.

La situazione si normalizza nella seconda frazione con i primi squilli di Kyzlink e di William Buford ma Treviso ha ormai già accumulato un vantaggio in doppia cifra che amministra senza particolari problemi. In particolare sono i movimenti in post di Fotu e di Tessitori a risultare indigesti per i locali e alla tripla di Logan che vale il 25-41 i romani cominciano ad evidenziare anche un preoccupante nervosismo. La prima transizione offensiva efficace griffata da Kyzlink origina un piccolo parziale di 5 punti che restituisce speranza ma la truppa fatica a offrire la continuità necessaria per ricucire lo strappo. Le squadre vanno a riposo sul punteggio di 35-50.

Alla ripresa delle ostilità i veneti toccano il + 19 (37-56) mentre Roma ingaggia una battaglia con gli arbitri che si dimostrano eccessivamente fiscali, il pubblico comincia a fischiare gli uomini in grigio dopo una serie di fischi discutibili e altre preziose energie mentali abbandonano la squadra. Kyzklink è l’ultimo ad arrendersi e riporta i compagni sul – 9 in varie occasioni (come sul 61 -70 a 5 minuti dalla fine) ma le risorse a disposizione non consentono di andare molto oltre. La pessima percentuale ai tiri liberi (55%) e in quella nel tiro pesante (22% con 4/18) dei locali sono dati che evidenziano al meglio le difficoltà della partita. Roma chiude con solamente 3 giocatori in doppia cifra e 9 punti dalla panchina a fronte dei 18 prodotti dagli avversari. Troppo brutta per essere vera.

 

 

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