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Parco Appia Antica, l’appello al Mibac: “Senza autonomia, a rischio un patrimonio unico al mondo”

13 Agosto 2019

Il 2019 sarà un anno da ricordare per il parco dell’Appia Antica. Nel bene e nel male. In positivo va sicuramente menzionato un risultato a lungo atteso: l’approvazione del Piano di Assetto e l’allargamento del suo perimetro. Il 2019 sarà però ricordato anche per la decisione di sottrarre all’Ente che lo tutela la sua anelata autonomia.

Il prossimo futuro
Dal 22 agosto si cambia gestione. Il parco viene così assorbito dalla Soprintendenza speciale archeologica, così com’è previsto anche per il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Il Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri sta per entrare in funzione e di conseguenza Simone Quilici, nominato direttore da un paio di mesi, dovrà rinunciare al proprio incarico. Una scelta che viene constestata sia nel merito che nella tempistica. Non è infatti prevista alcune fase transitoria.

Cosa comporta il decreto
In pochi giorni si dovrà provvedere ad azzerrare il bilancio, il protocollo dei lavori, i prgrammi in corso. Si può tradurre in maniera semplice. Tutti questi obblighi “determinano un assurdo stato di paralisi molto rischioso per la conservazione del patrimonio che resterà privo anche dei minimi interventi di conservazione e manutenzione in corso” dichiarano Rita Paris, già direttrice del parco ed ora presidente dell’associazione Bianchi Bandinelli, e Mariarita Signorini, presidente di Italia Nostra. A pagarne le conseguenze sarà anche “la fruizione dei siti che schiano di dover essere chiusi al pubblico”.

L’impegno dei Municipi
Non è la prima volta che, in difesa del parco dell’Appia Antica , si registra una levata di scudi. Recentemente anche i municipi romani che ne sono attraversati si erano mossi in sua difesa. Il Municipio VII, che aveva salutato con soddisfazione la nomina del neodirettore, aveva anche sottoscritto con l’Ente parco un protocollo d’intesa. Ed al MIBAC, da piazza di Cinecittà, era arrivata la proposta di potenziarlo, dedicando attenzione anche all’altra strada, la via Latina, “l’itinerario dei pastori che dai Colli Albani scendevano verso Roma” ha recentemente ricordato l’assessora Elena de Santis. La valorizzazione delle due antiche strade romane, per il Municipio VII, non poteva comunque prescindere dal mantenimento dell’autonomia dell’Ente Parco.

Un patrimonio da preservare
La scelta del Governo invece, di cui il Mibac si fa interprete, sembra muovere in senso opposto. Addio quindi al Parco dell’Appia Antica senza neppure una fase transitoria. Una scelta che, secondo le associazioni Italia Nostra e Bianchi Bandinelli, “vedrà del tutto azzerati gli sforzi per garantire la conservazione e la fruizione di un patrimonio unico al mondo”. Per evitare questo scenario, al ministro Bonisoli si chiede almeno di “prevedere un periodo di tempo per l’attuazione” delle disposizioni contemplate nel Decreto del presidente del Consiglio.

Il sogno di Cederna
L’obiettivo resta quello di “non arrecare un grave danno al patrimonio culturale ed all’azione di tutela” che andrebbe indirizzata verso le ricchezze che caratterizzano la Regina Viarum. Un’area che, parafrasando le parole di Cederna utilizzate nell’appello al MIBAC, ” Andava salvata religiosamente perché da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l’avevano amata, descritta… intoccabile come l’Acropoli di Atene”. L’obiettivo del rimpianto urbanista romano sta per conoscere una nuova veste. La speranza, da parte delle associazioni e delle isitituzioni finora intervenute, è che il sogno di Cederna non debba trasformarsi in un incubo.

in collaborazione con

romatoday