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Metro C, al via l’interramento della talpa Filippa: ora la fermata di piazza Venezia è a rischio

15 Novembre 2019

Per Filippa stanno avanzando in queste ore le procedure di interramento. Una maxi ruota d’acciaio pronta a trasformarsi in un reperto archeologico accanto ai resti della Roma antica. Stiamo parlando di una delle due escavatrici che hanno realizzato il tunnel sotterraneo della metro C, tra il Colosseo e piazza Venezia. Il “pozzo di estrazione” per uscire in superficie si trova in corrispondenza della nuova stazione, Venezia appunto, ma non essendo ancora stato completato l’iter di approvazione e finanziamento del tratto, le macchine non possono proseguire il percorso.

Restano ferme, ma per ragioni di sicurezza legate a possibili smottamenti del terreno vanno, appunto, interrate. Una procedura che nei fatti è irreversibile. E dopo mesi di allarmi lanciati alle istituzioni, per la prima, ribattezzata Filippa, è arrivato il momento fatidico. “In linea con quanto previsto nel programma delle attività trasmesso agli enti competenti, il 21 ottobre la Tbm (Tunnel Boring Machine, ndr) operante sul binario dispari ha completato le attività di scavo previste fino al termine della tratta in corso di realizzazione. Attualmente si sta procedendo alla cementazione della suddetta Tbm”.

È quanto si legge nell’ultimo rapporto stilato dai tecnici del consorzio metro C in merito allo stato di avanzamento dei lavori. La seconda talpa invece, quella del binario pari, sta ultimando le attività di scavo nei tempi previsti dal programma. Si trova a circa 32 metri di profondità poco distante dal pozzo scavato in prossimità della stazione Fori Imperiali-Colosseo (la cui apertura è prevista entro il 2022). Anche questa, appena arrivata a destinazione, verrà tombata.

A bloccare il tutto, con conseguenze disastrose sull’intero progetto, è la mancanza del via libera finale al progetto da parte di Roma Metropolitane – nel frattempo alle prese con la procedura di liquidazione voluta dal Campidoglio – oltre ai fondi che ancora il Governo deve elargire per la copertura completa dell’opera. Da settimane sono in corso tavoli tecnici con il ministero dei Trasporti ma nulla si concretizza oltre gli annunci rassicuranti: “La stazione di piazza Venezia si farà”. Ora però la grana è arrivata: una delle due talpe rimarrà sotto terra a 38 metri di profondità. Indietro non si torna più. Nè ora né in futuro.

Perché le talpe vengono interrate
Le Tbm (Tunnel Boring Machine) non possono stare sotto terra troppo a lungo, perché rischiano di provocare dei pericolosi crolli sotterranei. E non possono essere estratte perché ancora, lo ripetiamo, non sono in prossimità del “pozzo di estrazione” previsto per la fuoriuscita. Da qui le varie allerte lanciate e l’urgenza di reperire al più presto finanziamenti e via libera finali. Ora però, almeno per Filippa, è troppo tardi. E se il progetto Venezia verrà chiuso, riaprirlo in un secondo momento diventerà difficile e soprattutto molto costoso: bisognerebbe andare nel verso opposto, da piazzale Clodio verso il centro, perché il tunnel, per il momento quello sul binario dispari, è “tappato”. Un extra costo rispetto al piano originario di circa 20 milioni di euro. Oltre ai 2 milioni a talpa per la cementificazione in corso.

 

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