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Il parco sportivo della Lazio sull’ansa del Tevere: ecco il progetto

9 Ottobre 2019

Le mani della Lazio su Roma Nord. Mentre l’AS Roma attende gli sviluppi sulle sorti dello stadio a Tor di Valle, la Lazio ha presentato in Campidoglio un progetto per la realizzazione di una cittadella biancoceleste.

Il parco sportivo della Lazio sull’ansa del Tevere
Un centro polisportivo da realizzare sull’ansa del Tevere, in zona Labaro Prima Porta. Niente Stadio delle Aquile, la società biancoceleste punta a costruire tra la via Flaminia e la via Salaria il suo “parco sportivo” comprensivo di 220 mq di edificazioni, con un centro commerciale, residenze, alberghi, uffici e strutture sanitarie.

Dei 136 ettari a disposizione, secondo le planimetrie arrivate in Comune, 90 saranno dedicati alla naturalizzazione del sito, negli altri 30 previsti: Club House, campi di calcio, rugby, hockey, basket, pallavolo, una piscina olimpionica coperta con annesso palazzetto.

Sulla Flaminia il “parco sportivo più importante del mondo”
“Il parco sportivo più grande e importante del mondo” – è scritto nero su bianco sul documento approdato in Commissione Urbanistica. Un progetto firmato dalle società di ingegneria e progettazione architettonica che fanno capo all’arch. Francesco Bellini.

Nella proposta complessiva anche la richiesta al Comune di avere in uso il complesso dello Stadio Flaminio, per farne il museo della polisportiva.

Una riqualificazione che potrebbe toccare anche il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano: saltata infatti la costruzione di Casa Lazio nel parco di Colli d’Oro, opera della società di pallavolo, è li che le discipline indoor biancocelesti potrebbero trovare una casa idonea e di prestigio.

La Lazio: “Un progetto per la città”
“Un progetto per la città perchè il gruppo imprenditoriale che ha la disponibilità delle aree, realizzerà una serie di infrastrutture che, oltre ad essere funzionali all’iniziativa, sono fiondamentali per il miglioramento dell’assetto urbanistico in tutta Roma Nord” – è spiegato negli schemi funzionali della proposta.

Le opere pubbliche
Ma quali i vantaggi e le opere per la collettività? A fronte delle edificazioni previsti interventi inerenti a viabilità, trasporto pubblico e risanamento idraulico geologico del territorio a rischio.

Nel programma urbanistico la realizzazione del collegamento diretto della via Tiberina al GRA; la realizzazione di un parcheggio di scambio per 4mila vetture alla stazione La Celsa, fermata della Ferrovia Roma Nord che sarà completamente ristrutturata; la realizzazione e cessione al Comune di Roma della nuova sede del Municipio XV oltre che la realizzazione e cessione a Roma Capitale del Parco dell’Acqua Traversa (50 ettari) a via Cortina d’Ampezzo, con il trasferimento su quest’area della volumetria “Collina INA”.

Prima Porta a rischio allagamenti: sostituzione edilizia per 50 famiglie
Ma non solo. Un intervento specifico è previsto per Prima Porta: la borgata del Municipio XV con grande fragilità idrogeologica che, in seguito al nubifragio del 31 gennaio 2014, fu travolta da acqua e fango. All’interno dell’intervento ipotizzata la sostituzione edilizia per circa 50 famiglie che ancora oggi vivono in aree a forte rischio allagamento.

Centro commerciale, hotel e cliniche
Accanto alle opere di “pubblica utilità”, gli interventi privati: un albergo, uno studentato, un centro commerciale a vocazione sportiva, una RSA e una struttura sanitaria dedicata alla Medicina dello Sport, Traumatologia e Riabilitazione. Immancabile la parte residenziale come compensazione del Parco dell’Acqua Traversa.

I vincoli sull’ansa del Tevere
Un progetto ambizioso. Da sciogliere però i nodi relativi a vincoli archeologici e paesaggistici. Arduo lo scoglio relativo al vincolo di bacino con l’area in questione inserita all’interno del Piano di Bacino del Tevere. Uno studio ne sostiene la fattibilità ma saranno solo le future conferenze a stabilire l’idoneità del progetto su quell’ansa del Tevere.

La cittadella della Lazio, primi malumori: “Area a rischio, no invasione”
“Evidentemente c’è una vera vocazione nei dirigenti delle due società calcistiche romane, quella di invadere, in variante al Piano Regolatore, le aree a rischio di esondazione del Tevere, tutelate dal Piano dell’Autorità di Bacino e preziose per salvaguardare l’equilibrio idrogeologico della città. L’Amministrazione capitolina – ha commentato a margine della commissione la consigliera comunale Cristina Grancio del Gruppo Misto – non può essere il notaio di interessi immobiliari che usano lo sport per portare avanti operazioni urbanistiche che altrimenti non sarebbero proponibili”.

“Continuare ad occupare le aree golenali libere significa esporre tutta la città al rischio di gravi eventi idraulici, soprattutto in prospettiva del cambiamento climatico che sta modificando sostanzialmente le caratteristiche delle precipitazioni piovose. Vorrei inoltre segnalare ai dirigenti della SS Lazio – ha proseguito la consigliera – che le aree a ridosso del Tevere sprofondano al ritmo di 3-4 millimetri all’anno, come sanno bene alla nuova Fiera di Roma, dove parte degli edifici è stata dichiarata inagibile dopo solo sei anni. Insomma la Lazio non ripeta gli errori/orrori dei cugini giallorossi e l’Amministrazione capitolina – esorta la ex grillina – dica chiaramente che va chiusa l’epoca delle deroghe al Piano regolatore della città”.

 

in collaborazione con

romatoday