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A 150 anni dalla nascita, il MAXXI celebra Giacomo Balla con l’apertura della sua casa futurista in via Oslavia

17 Giugno 2021

In occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra Giacomo Balla con un progetto eccezionale: l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua incredibile casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale, e una mostra al MAXXI che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità e crea una connessione nello spazio e nel tempo.

Il progetto Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno, a cura di Bartolomeo Pietromarchi Direttore del MAXXI Arte e Domitilla Dardi Curatrice per il Design del MAXXI, apre al pubblico in due momenti: si comincia il 17 giugno con la mostra al MAXXI, mentre la casa di via Oslavia sarà visitabile nei weekend a partire da venerdì 25 giugno (prenotazione obbligatoria su www.maxxi.art). Casa Balla e la mostra al MAXXI saranno aperte fino al 21 novembre 2021.

Frutto di una significativa sinergia interistituzionale, il progetto è prodotto e realizzato dal MAXXI in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia e degli sponsor Laura Biagiotti, Mastercard e Cassina.

Dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI: “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno è un progetto straordinario, come straordinaria è la collaborazione virtuosa tra diverse istituzioni pubbliche e partner privati che lo hanno reso possibile. È un progetto “totale”, come totale era l’idea di arte del grande Maestro futurista.
L’appartamento di Balla nel cuore del quartiere Della Vittoria a Roma, che per la prima volta apre al pubblico, esalta il suo universo caleidoscopico e sperimentale. Una visione dell’arte a 360 gradi sorprendentemente attuale e di grande ispirazione per le comunità creative di oggi. Lo scoprirete negli spazi di via Oslavia e lo ritroverete nelle visioni degli artisti contemporanei in mostra nella iconica Galleria 5 del MAXXI in dialogo con opere di Balla”.

Spiega Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MAXXI Arte e curatore del progetto: “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno è una nuova importante tappa del grande lavoro del MAXXI, volto alla valorizzazione e alla rilettura del patrimonio storico artistico contemporaneo. La casa di Giacomo Balla, dopo trent’anni di chiusura, torna finalmente alla luce. La casa con le sue decorazioni, mobili, opere d’arte esprime in ogni sua forma la personalità dell’artista e rappresenta uno dei suoi più grandi capolavori. Attraverso la riapertura dell’abitazione del Maestro futurista recuperiamo una parte del nostro DNA, una delle maggiori storie dell’arte del Novecento che ha cambiato per sempre il modo di fare, concepire e vivere la pratica artistica. Questo evento eccezionale si completa con la mostra nella Galleria 5 del MAXXI dove artisti e creativi italiani e internazionali spalancano il nostro sguardo su una concezione dell’arte presente che è figlia della lezione di Balla e del futurismo, fatta di continue intersezioni tra linguaggi e tecniche espressive diverse, legame profondo con la vita quotidiana, sfida costante ai limiti delle tradizionali categorie espressive”.

Dice Domitilla Dardi, curatrice del progetto:Quella immaginata da Giacomo Balla e dalle sue figlie è una modernità che oggi ci risulta molto familiare: parla di superamento delle barriere disciplinari, di contaminazioni e commistioni concettuali, di convivenza tra linguaggio astratto e figurativo. E soprattutto di identificazione tra arte e vita: vivere senza soluzione di continuità la propria arte è quello che rende il loro un “progetto diffuso” che riguarda i quadri tanto quanto i piatti di ogni giorno, le sculture, gli arredi, ma anche i vestiti che indossavano diventando essi stessi opere d’arte semoventi. Non a caso i grandi progettisti degli anni ‘70 avevano trovato in questo approccio le loro radici e i contemporanei riescono con agilità a proseguirne la riflessione, oggi che quel futuro è divenuto il nostro presente”.