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Villa Pamphilj, sotto sequestro anche il punto jogging: “Era un unicum a Roma”

21 Dicembre 2017

Dal 2003 ha accolto migliaia di runner, circa 8mila l’anno secondo le stime dei gestori. La manutenzione era ai minimi termini e la struttura avrebbe necessitato di interventi di restauro, ma ha avuto un importante funzione sociale e di controllo civico del parco. E la sua chiusura sta preoccupando non poco podisti e frequentatori dell’area verde. Il punto jogging di villa Pamphilj è stato sequestrato dalla forza pubblica nell’ambito dell’operazione di Carabinieri e Polizia locale del 14 dicembre. E’ solo uno dei manufatti storici sotto sigilli per indagini in corso della Procura della Repubblica. I capi d’accusa sono diversi e vanno dall’invasione di terreni o edifici, “al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto” (art. 633 del codice penale) al danneggiamento del patrimonio archeologico (art. 733). Dalle serre monumentali occupate dai senza fissa dimora, all’ufficio del Servizio Giardini al rudere pericolante di via Leone XIII, una fetta di villa è al centro di indagini che accerteranno le responsabilità di una malagestione che va avanti da anni.
Anche il punto jogging, nato negli spazi dell’ex porcilaia, è nella lista. Non era esattamente abbandonato, gli amanti della corsa lo utilizzavano fino a una settimana fa e i bagni pubblici, unici attivi nell’area, erano funzionanti. Ma da quasi sette anni la gestione era in attesa di una qualche forma di regolarizzazione che non è mai arrivata. “Abbiamo scritto non sa quante mail certificate all’amministrazione per chiedere un tavolo di confronto ma non abbiamo mai ricevuto risposta” racconta Franco Piersanti, presidente della cooperativa Articolo Uno che ha avuto in concessione il bene nel lontano 2003.
Quindici anni fa l’allora dipartimento X del Comune di Roma firmò una convenzione con la UISP (Unione Italiana Sport Popolare, ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI) per la realizzazione del punto jogging e il suo affidamento alla onlus. Convenzione che prevedeva una prima scadenza a maggio 2006 con possibilità di rinnovo tacito alla scadenza triennale per ulteriori tre anni. Dal 2011 vanno avanti i tentativi (vani) di interlocuire con gli uffici competenti del dipartimento Ambiente per regolarizzare il tutto. Nessuno però se ne è occupato.”Potevano fare anche un bando, non volevamo gestirlo necessariamente noi, non ci guadagnamo niente”.
L’uso degli spazi era concesso agli utenti alla cifra simbolica di 30 centesimi per i bagni e un euro l’ora per docce e spogliatoi, frequentatissimi dai corridori oltre che punto di appoggio per le diverse iniziative sportive organizzate in villa. Chi li utilizzava abitualmente poteva scegliere l’abbonamento a 15 euro al mese. “Con questi soldi riuscivamo a garantire apertura e chiusura e piccolissimi interventi di manutenzione, cambiare la maniglia di una porta piuttosto che le lampadine” spiega Piersanti. Ma la casetta con docce e bagni avrebbe avuto bisogno di ben altro, da interventi alla caldaia alle inflitrazioni d’acqua alle pareti.
“Ci sono voluti anni solo per capire quali fossero gli uffici competenti” spiega Giovanni Giacinti del gruppo sportivo di atletica Peter Pan, assiduo fruitore degli spazi del punto jogging e sostenitore della causa insieme ad altre associazioni e alla coop Articolo Uno. La risposta è stata sempre e solo un prolungamento del contratto originario, senza altre comunicazioni in merito. L’ultima pec inviata dai gestori è del 4 aprile scorso. E’ indirizzata al municipio XII, all’assessore allo Sport Daniele Frongia, al dipartimento Ambiente e alla Sovrintendenza. Tranne quest’ultima (“non è di nostra competenza”) non ha risposto nessuno. “Il punto è come siamo arrivati a non sfruttare a pieno un edificio pubblico dalle grandissimi potenzialità – continua Piersanti – noi ci abbiamo provato e abbiamo fatto il massimo. Ma l’amministrazione sarebbe potuta intervenire in qualche modo per garantire la sopravvivenza di questo spazio”.

Per quale ragione l’amministrazione, attuale e passata, non è riuscita a salvare il punto jogging valorizzandolo e assicurando una regolare gestione che ne scongiurasse la chiusura e lo annettesse tra i servizi garantiti al cittadino? “Abbiamo tentato più volte di regolarizzare la gestione quando ero assessore allo Sport” racconta l’ex titolare della giunta Marino Paolo Masini, ideatore del punto jogging quando era consigliere del municipio XII. “La competenza era del dipartimento Ambiente e abbiamo bussato agli uffici in più occasioni. Le pratiche legate alla gestione dovevano essere riviste, ma la chiusura è un danno enorme”. La villa storica già vessata da incuria, degrado, bivacco, abbandono, perde un punto di riferimento apprezzato e usato da tanti cittadini della zona. Un fiore all’occhiello del parco che lo stesso Masini avrebbe voluto esportare in altre verdi di Roma, prima che cadesse l’amministrazione dem. “Fu realizzato grazie a una intuizione unica nel suo genere, nata da un percorso partecipato con i podisti della villa – ricorda – Tantissime persone utilizzavano quel luogo, spesso prima di andare a lavoro, doccia compresa. Senza contare la funzione di presidio territoriale, dopo la sua realizzazione sono diminuiti gli episodi di microcriminalità”.
Un progetto quello di Masini che l’amministrazione Cinque Stelle sembrava aver apprezzato. Il presidente della commissione Sport Angelo Diario aveva annunciato più di un anno fa di voler “replicare l’esperienza di villa Pamphilj” in altri parchi di Roma. Ancora però non si è andati oltre una ricognizione degli immobili presenti nelle ville. E l’unico punto jogging esistente in città, complice l’immobilismo di anni dell’amministrazione pubblica, è stato chiuso.

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